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Niente licenziamento se il datore non mostra al dipendente i documenti su cui è fondato l’addebito

Il datore, nell’ambito di un procedimento disciplinare a carico di un suo dipendente, deve mettere a disposizione di quest’ultimo la documentazione relativa alla contestazione, pena l’illegittimità del licenziamento. Il datore è quindi tenuto, per correttezza e buona fede, a offrire i documenti al lavoratore che ne fa richiesta per permettergli di predisporre un’adeguata difesa. A sancirlo è la sezione lavoro della Cassazione con la sentenza 22025/15. Il collegio boccia il ricorso di una banca che licenziava per giusta causa un suo lavoratore. La sezione lavoro chiarisce che nel procedimento disciplinare, «sebbene la legge non preveda un obbligo per il datore di lavoro di mettere spontaneamente a disposizione del lavoratore, nei cui confronti sia stata elevata una contestazione, la documentazione su cui essa si basa, lo stesso datore è però tenuto, in base ai principi di correttezza e buona fede nell’esecuzione del contratto, ad offrire in consultazione i documenti aziendali all’incolpato che ne faccia richiesta, laddove l’esame degli stessi sia necessario per predisporre un’adeguata difesa». La Cassazione perciò decide per il rigetto del ricorso e condanna il datore al pagamento delle spese processuali.